
Con il nome “Linea Cadorna” viene popolarmente e tradizionalmente chiamata, ormai da oltre un secolo, la “ O.A.F.N.” (Occupazione Avanzata Frontiera Nord) quella linea difensiva, cioè, realizzata lungo il confine Italo-Svizzero, fortemente voluta dall’allora Comandante Supremo dell’Esercito Italiano Generale Luigi Cadorna.
Da tempo questo confine era una spina nel fianco per tutti coloro che, a vario titolo, si erano occupati, (e preoccupati ), della sicurezza del Regno.
Fin dalla proclamazione del Regno d’Italia (17 Marzo 1861) numerose sono le Commissioni, molteplici gli Studi che si susseguono, uno dei quali presentato, nel 1878, da una vecchia conoscenza di noi Alpini: l‘allora Maggiore Giuseppe Domenico Perrucchetti.
Vista dalla linea cadorna
(in fondo alla pagina è possibile scaricare la brochure)
Purtroppo tutti questi inviti, queste raccomandazioni si infrangono contro una causa che evidentemente non da oggi angustia questo nostro Paese: le continue difficoltà finanziarie.
Si susseguono così gli Studi, ufficiali e personali, fino alla firma della “Triplice Alleanza” (20 Maggio 1882) che, più volte rinnovata, ci porta sino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Il 4 Agosto 1914, data in cui la Germania invade il Belgio dando il via alla guerra, la Svizzera dichiara la propria neutralità, riconosciuta poi dai Paesi belligeranti, e contemporaneamente inizia una parziale mobilitazione.
All’inizio del 1915, ( guerra in corso, Italia neutrale), il confine è ancora affidato alla Regia Guardia di Finanza, ai Carabinieri, a pochi Battaglioni della Milizia Territoriale e ad alcuni reparti del Genio Minatori, con il compito di predisporre interruzioni stradali e postazioni in caverna.
Quando, rotti gli indugi e deciso da che parte stare, l’Italia entra in guerra contro gli Imperi Centrali, al nostro Stato Maggiore non può essere sfuggito il comportamento a dir poco spregiudicato dell’Esercito tedesco che, applicando il piano steso già nel 1904 dall’allora Capo di Stato Maggiore teutonico Feldmaresciallo von Schlieffen, viola la neutralità belga, aggirando a Nord le difese al confine Franco-Tedesco, per scendere poi su Parigi e costringere la Francia alla resa.
La similitudine con la situazione italiana, un confine privo di difese con una Nazione neutrale, l’avversario, gli Austro-Ungarici alleati dei germanici, già stabilmente nel Trentino-Alto Adige e ai quali sarebbe bastata una passeggiata lungo la svizzera Val Müstair per scendere poi attraverso l’Engadina e sbucare a Varese, a Como con Milano a 55 Km. e le nostre difese attestate lassù, a Passo Stelvio, a Passo Gavia.
Ed ecco la necessità di realizzare rapidamente una Linea difensiva lungo questa frontiera, necessità fissata nella Conferenza Interalleata di Chantillj del Marzo 1916 per una Linea di 150 Km, da Domodossola a Colico.
Successivamente, il 2 Maggio 1916, con lettera n° 2055, il Gen. Cadorna, su precedente richiesta con lettera n° 857 del 25 Aprile, conferma al Presidente del Consiglio Salandra come “ i lavori di fortificazione sono tutti iniziati e saranno intensificati su direttive dell’Ufficio Tecnico del Comando Supremo “.
Originata in Valle d’Aosta la linea difensiva traversa la Provincia di Varese, scende a Como da dove risale la sponda di confine del ramo comasco del Lago omonimo, fino a Menaggio, dove sfociava una delle più pericolose vie di penetrazione dalla Svizzera: quella che corre attorno al Lago di Lugano.
Fin qui era possibile organizzare la difesa sulla sponda comasca in quanto esiste tra il bacino e la cresta confinaria spazio sufficiente per realizzare le varie linee difensive mentre, oltre Menaggio, il confine corre sulle creste spartiacque che affacciano sul lago, negando tale possibilità.
Ecco allora la necessità di passare sulla sponda lecchese del lago di Como, cosa che avviene nel territorio di Dervio.
Da Dervio, località Corenno Plinio, l’opera afferra lo sperone che sale ripido verso il Monte Legnoncino, il Monte Legnone per proseguire poi verso il Passo di s. Marco e la Valtellina.
La Sezione di Lecco dell’ Associazione Nazionale Alpini, in occasione del 90° di fondazione, oltre che per il Centenario della Prima Guerra Mondiale, decide di recuperare una parte dei manufatti costituenti il tratto di Linea Cadorna insistente sul territorio lecchese.
La presenza poi di una varietà di queste opere (trincee, trincee blindate, postazioni per mitragliatrice singole e multiple all’aperto e in caverna, postazioni di artiglieria, ricoveri in caverna per artiglieri, una rete organica di strade di collegamento) e la loro favorevole collocazione, consentono la realizzazione di un percorso storico-didattico-culturale che la Sezione di Lecco, oltre che alla pubblica fruizione, ritiene importante destinare alle scolaresche quale utile strumento di conoscenza.
Ricordiamo agli interessati la possibilità di visitare liberamente la Linea, inoltre l’opportunità di organizzare una Visita Guidata contattando la Sezione dell’ A.N.A di Lecco
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